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UGANDA. DALL’EMARGINAZIONE AL RICONOSCIMENTO

L’Associazione LEV (partner di Inclusion International) lavora a stretto contatto con Uganda Parents of Persons with Intellectual Disabilities (UPPID) dal 1998, aiutando quest’ultima a migliorare il suo lavoro con e per le persone con disabilità intellettiva attraverso la formazione sull’autorappresentanza, lo sviluppo organizzativo e la raccolta fondi. Nel corso degli ultimi due anni le persone con disabilità intellettiva sono passati da essere emarginati a essere riconosciuti in Uganda del sud. Inoltre, ora sono indipendenti dal punto di vista finanziario e non hanno bisogno di ulteriore sostegno e/o supporto.

Nuliat è una donna di 25 anni che ha trascorso la prima parte della sua vita rinchiusa in una casa, ed è stata isolata dal mondo circostante, perché la sua famiglia e soprattutto sua madre si vergognava di lei. Nuliat è stata ferita con le pietre scagliate contro di lei, è stata molestata e violentata da diversi uomini.

Oggi Nuliat fa gioielli che vende il fine settimana in un mercato locale. Le sue creazioni sono conosciute nella zona, ed è utilizzati per compleanni e matrimoni sontuosi. Nuliat possiede anche le mucche, che ha in programma di vendere quando potrà ricavarne abbastanza soldi. Nuliat ha seguito un percoso di self-advocacy per conoscere i suoi diritti e rivendicarli (come quando ha riferito di un uomo che ha cercato di violentarla poi arrestato). Lo sviluppo di Nuliat è avvenuto nel corso di due anni, attraverso il supporto da UPPID .

Dalla vergogna all’orgoglio. Hajati è la madre di Nuliat. Ha chiuso la figlia nella casa di famiglia – che è prassi normale nella zona – fino a due anni fa, quando Hajati entrò in contatto con UPPID. Hajati non riusciva ad accettare Nuliat, si vergognava di avere una figlia che non sembrava come gli altri bambini e aveva difficoltà di comunicazione.

Quando incontrò UPPID, Hajati conobbe un gruppo di bambini con disabilità intellettiva. Quell’incontro l’ha aiutata a riconoscere sua figlia e si rese conto di quante possibilità ci fossero e dell’importanza del suo supporto di genitore/mamma per lo sviluppo di Nuliat. Oggi lei sa quanto sia importante dire a Nuliat quanto lei la ama. Allo stesso tempo, Hajati supporta altri genitori nella comunità, anche loro di bambini con disabilità intellettiva.

Un domani più luminoso. Nuliat e sua madre, Hajati, sono ottimiste oggi e felici per l’aiuto che hanno ricevuto, che ora usano per aiutare gli altri in situazioni simili. Nuliat e Hajati si sostengono e sono in grado di badare a sé stesse senza l’aiuto di UPPID. Ancora ci sono molti problemi che si presentano sotto forma di superstizione e oppressione dei bambini con disabilità intellettiva, che dovrebbero essere trattati a parità di condizioni, come le altre persone in Uganda. La superstizione è che i bambini siano posseduti da demoni, che devono essere cacciati fuori di loro con il fuoco, e questa procedura si traduce spesso nella morte.

Hajati e Nulait parlato su questo argomento alla radio locale, per dire alla comunità che avere una disabilità intellettiva non significa essere posseduti da un demone. Molti ascoltatori chiamato il programma radiofonico con domande e commenti positivi. Tra coloro che ascoltano i loro interventi e poi telefonano alla trasmissione ci sono anche genitori, che hanno figli con disabilità intellettiva senza sapere che questi ultimi hanno una disabilità La loro trasmissione ha acceso i riflettori sulla disabilità intellettuale nella comunità locale.

LEV lavora per garantire, che le persone con disabilità intellettuale non debbano incontrare gli stessi ostacoli e le stesse discriminazioni che sperimentate da Nulait nella prima parte della sua vita. Ci sono ancora molti luoghi nel mondo dove la disabilità intellettiva non è riconosciuta. L’esempio di Nuliat e Hajati e molti altri casi segnalati dai partner di Lev mostrano che le persone con disabilità intellettiva possono avere un domani più luminoso.

Per ulteriori informazioni sul lavoro di LEV contattare Sune Barker all’indirizzo di posta elettronica sb@lev.dk 

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DOPO DI NOI, ECCO IL RIPARTO DEI 90 MILIONI

Vita.it – Novanta milioni di euro per il 2016: a tanto ammontava il finanziamento del fondo per il “dopo di noi” creato con la legge 112/2016, entrata in vigore lo scorso 25 giugno. Ieri mattina la Conferenza delle Regioni ha dato il via libera al decreto di riparto del fondo, preludio all’intesa che ora le Regioni si apprestano a dare in Conferenza Unificata. «È uno strumento fondamentale per sostenere progetti individuali per le persone con disabilità gravi, definendo gli specifici sostegni necessari, a partire dalle prestazioni sanitarie e sociali nell’ambito di progetti che saranno definiti con la più ampia partecipazione possibile del disabile», ha commentato il presidente Stefano Bonaccini. «È un passo importante, che rende più sostenibili gli interventi di welfare già attivati nelle diverse Regioni».

Nel pomeriggio alle 14 la Conferenza Unificata, ha sancito l’intesa sullo schema di decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro della salute e il Ministro dell’economia e delle finanze, che ha due obiettivi: «individua i requisiti per l’accesso alle misure di assistenza, cura e protezione a carico del fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare» e la «ripartizione alle Regioni delle risorse per l’anno 2016 ai sensi dell’articolo 3, comma 2 , della legge n. 112/2016».

Il riparto è stato già reso noto dalle Regioni, mentre nulla ancora si sa sui requisiti per l’accesso alle misure previste dal fondo. La Lombardia avrà 15.030.000 euro, seguono Campania e Lazio con ciascuna 9.090.000 euro, la Sicilia con 7.740.000 euro (qui l’elenco completo, regione per regione).

Si tratta del primo step compiuto per dare attuazione alla legge sul Dopo di Noi. Entro Natale (sei mesi dall’entrata in vigore della legge) sono attesi anche li obiettivi di servizio per le prestazioni da erogare ai destinatari della legge nei limiti delle risorse disponibili a valere sul Fondo, mentre sono già passati da tempo i 60 giorni per definire le modalità di attuazione dell’articolo inerente i trust, vincoli di destinazioni e fondi speciali. La legge non indicava una tempistica (ma è uno dei passaggi decisivi) per l’adozione da parte ancora delle Regioni di indirizzi di programmazione e la definizione di criteri e modalità di erogazione dei finanziamenti, modalità per la pubblicità dei finanziamenti e per la verifica dell’attuazione delle attività svolte. Come ancora non si è vista pur prevista campagna informativa per far conoscere ai potenziali destinatari le nuove opportunità e sensibilizzare l’opinione pubblica.

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VITA INDIPENDENTE. LINEE GUIDA DEL GOVERNO PER LA PROGETTAZIONE 2016

Lav.gov.it –  La Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con Decreto Direttoriale n. 276 del 21 ottobre 2016, ha adottato le Linee Guida per la presentazione, da parte di Regioni, di proposte di adesione alla sperimentazione di un modello di intervento unitario in materia di vita indipendente nei diversi territori regionali, quale requisito essenziale per la piena inclusione nella società delle persone con disabilità.

In particolare al punto 29 delle Linee Guida è evidenziato che le Regioni devono prevedere il coinvolgimento attivo delle Associazioni in ambito territoriale o regionale.

Per maggiori informazioni consultare le Linee Guida 2016.

 

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TERREMOTO E PERSONE CON DISABILITÀ: GLI AUSILI E L’ASSISTENZA

Superando.it – Va certamente segnalata la disponibilità offerta dalla UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), a supportare – attraverso le proprie Sezioni locali – le persone con malattie neuromuscolari e con disabilità in genere, insieme ai loro familiari, coinvolte nella drammatica situazione legata ai terremoti che in questi giorni hanno colpito e continuano a colpire le Regioni del Centro Italia.

«Dopo il terribile sisma del 24 agosto scorso – si legge infatti in una nota diffusa dalla UILDM Nazionale – che ha devastato molte zone dell’Italia Centrale, il 26 e 30 ottobre altre violente scosse di terremoto hanno sconvolto nuovamente le aree e le popolazioni di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, portando distruzione e danni ingenti in molte località. Dopo questi ulteriori episodi, oltre ad esprimere nuovamente la nostra vicinanza e solidarietà a tutti i cittadini coinvolti in questa drammatica esperienza, che hanno subìto perdite o danneggiamenti a causa del sisma, ci rivolgiamo anche direttamente alle persone con malattie neuromuscolari e con disabilità e ai loro familiari, per offrire loro tutto il nostro incondizionato aiuto a livello nazionale e attraverso l’azione delle nostre Sezioni presenti nelle zone interessate dal sisma».
«Uno degli esempi che vogliamo segnalare in tal senso – conclude la nota della UILDM – è quello della nostra Sezione di Teramo che, in accordo con la Protezione Civile locale, già nelle precedenti occasioni aveva offerto e offre anche ora, a chi ne abbia necessità, gli ausili e l’assistenza necessari per permettere alle persone con limitata mobilità di mantenere la propria autonomia quotidiana».

Per qualsiasi necessità legata agli eventi sismici del Centro Italia, la UILDM Nazionale mette a disposizione il proprio numero telefonico (049.8021001) e il proprio recapito di posta elettronica (direzionenazionale@uildm.it), per indirizzare le persone alla Sezione più vicina dell’Associazione.

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IN QUESTO CASO A FARE VOLONTARIATO SONO LE PERSONE CON DISABILITÀ

West-info.eu – Persone con disabilità che fanno volontariato, e perché no? Si pensa sempre che debbano solamente ricevere assistenza, invece possono a pieno titolo anche darla. Persino impegnandosi in progetti sociali a lungo termine.

Come mostrano meglio di tante parole le 71 buone pratiche raccolte in un documento appena pubblicato dall’associazione francese France Bénévolat.

Ci sono, ad esempio, i residenti di una struttura specializzata che si occupano dei cavalli salvati dal macello, o con disabilità di lunga data che fanno consulenza a chi è stato invece recentemente colpito da una malattia invalidante. Ma non finisce qui.

Alcuni organizzano corsi e laboratori artistici in uno spazio completamente accessibile, mentre altri vanno direttamente nelle scuole a contatto con i più giovani.

Un universo del volontariato poco conosciuto, costellato da mille galassie, che spinge i disabili a conquistare autostima e imparare un mestiere aiutando il prossimo.

Leggi e/o scarica le 71 buone pratiche dell’Ass. France Bénévolat (testo in francese).

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OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEI DIRITTI

Superando.it – L’approvazione da parte dell’Assemblea delle Nazioni Unite, dei diciassette Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals), avvenuta il 25 settembre dello scorso anno, all’interno del documento Transforming our World: the 2030 Agenda for Sustainable Development, ha posto in evidenza la necessità di fare un salto di qualità nella definizione delle politiche di sviluppo in tutti i Paesi delle Nazioni Unite. Se infatti le strategie in passato si limitavano a fissare obiettivi senza specifiche relazioni tra di loro (eradicare la povertà; intervenire sui disastri umani e naturali; combattere i cambiamenti climatici; realizzare politiche di sviluppo), oggi invece è cresciuta la consapevolezza che tutti questi elementi critici hanno uno stretto legame tra loro: i disastri colpiscono lo sviluppo e aggravano le condizioni di povertà; lo sviluppo economico deve includere tutti i cittadini, senza lasciare nessuno indietro e prevenire i disastri e ridurre le emissioni di anidride carbonica e così via.
Quel documento impegna inoltre i Governi a includere nelle decisioni sia di politica interna sia di intervento nella cooperazione internazionale gli elementi contenuti negli Obiettivi. Conoscerlo bene, quindi, può aiutare il movimento per i diritti delle persone con disabilità nella sua azione di tutela dei diritti umani, intrecciandolo strettamente alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile includono i diritti di tutti i cittadini e in ben sette punti citano esplicitamente le persone con disabilità.

Innanzitutto viene sottolineata l’importanza di tutti gli strumenti internazionali di tutela dei diritti umani – tra cui, quindi, anche la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – e l’impegno degli Stati a rispettare la Carta delle Nazioni Unite, che sottolinea come i Paesi Membri debbano «rispettare, proteggere e promuovere i diritti umani e le libertà fondamentali di tutti», anche per le persone con disabilità (punto 19).
Allo stesso tempo, il punto 23 afferma che tutte le persone vulnerabili – con citazione esplicita delle persone con disabilità – debbano essere rafforzate nelle loro capacità e nella partecipazione alla società e che gli Stati debbano assumere più forti ed effettive misure per rimuovere ostacoli e resistenze, rafforzando il sostegno ai bisogni speciali anche in situazioni di aiuti umanitari.
E ancora, tutte le persone – e anche quelle con disabilità -, come recita il punto 25, devono «avere accesso a opportunità di apprendimento permanenti che permettano loro di acquisire gli strumenti e le conoscenze necessarie per partecipare pienamente alla vita sociale».

Guardando poi specificamente ai diciassette Obiettivi, all’interno dell’Obiettivo 4(Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti), il punto 4.5 impegna ad «eliminare entro il 2030 le disparità di genere nell’istruzione e garantire un accesso equo a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale delle categorie protette, tra cui le persone con disabilità», mentre il punto 4.a chiede di «costruire e potenziare le strutture dell’istruzione che siano sensibili ai bisogni dell’infanzia, alle disabilità e alla parità di genere e predisporre ambienti dedicati all’apprendimento che siano sicuri, non violenti e inclusivi per tutti».
Successivamente, all’interno dell’Obiettivo 8 (Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti), il punto 8.5 dichiara che entro il 2030 bisogna «garantire un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per donne e uomini, compresi i giovani e le persone con disabilità, e un’equa remunerazione per lavori di equo valore».
Anche l’Obiettivo 10 (Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni), prevede al punto 10.2 che entro il 2030 si debba «potenziare e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, a prescindere da età, genere, disabilità, razza, etnia, origine, religione, stato economico o altro», e l’Obiettivo 11 (Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili) parla al punto 11.2 della necessità di garantire a tutti, entro il 2030, «l’accesso a un sistema di trasporti sicuro, conveniente, accessibile e sostenibile, migliorando la sicurezza delle strade, in particolar modo potenziando i trasporti pubblici, con particolare attenzione ai bisogni di coloro che sono più vulnerabili, donne, bambini, persone con disabilità e anziani». Il punto 11.7, quindi, sottolinea a propria volta che si dovrà «fornire, entro il 2030, accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per donne, bambini, anziani e persone con disabilità».
Per quanto poi concerne le cosiddette “Attività sistemiche”, nell’area del Partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile (Obiettivo 17), al punto 17.18 si afferma che entro il 2020 – attenzione alla data diversa rispetto ai precedenti passaggi – si dovrà «rafforzare il sostegno allo sviluppo dei Paesi emergenti, dei Paesi meno avanzati e dei piccoli Stati insulari in Via di Sviluppo. […] Incrementare la disponbilità di dati di alta qualità, immediati e affidabili, andando oltre il profitto, il genere, l’età, la razza, l’etnia, lo stato migratorio, la disabilità, la provenienza geografica e altre caratteristiche rilevanti nel contesto nazionale».

Infine, il punto 74 del documento sottolinea che «i processi di monitoraggio e verifica sono orientati dai seguenti principi che si articolano su tutti i livelli: […] g. Saranno rigorosi e basati su delle prove, aggiornati da valutazioni condotte dai Paesi e da dati di alta qualità, accessibili, tempestivi, attendibili e disaggregati per reddito, genere, età, razza, etnia, stato della migrazione, disabilità, provenienza geografica e altre caratteristiche rilevanti nel contesto nazionale».

La lista di tutte queste indicazioni, pertanto, tocca molti temi che riguardano tradizionali richieste delle Associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie. Ecco quindi una buona ragione per approfondire questa strategia delle Nazioni Unite e conseguentemente ad essa elaborare proposte di azioni a livello italiano.

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ACCESS CITY AWARD, ALESSANDRIA FINALISTA AL PREMIO EUROPEO PER L’ACCESSIBILITÀ

Superabile.it – C’è anche Alessandria tra le 7 città finaliste all’ “Access City Award 2017”, che premia l’impegno per l’accessibilità: una giuria europea, composta da esperti del settore, European Disability Forum, Age Platform Europe ed European Commission, ha selezionato infatti le sette finaliste tra le 43 partecipanti, di 21 paesi membri. Le candidature si sono chiuse lo scorso 8 settembre, dando via alla prima fase delle selezioni nazionali. Nella rosa europea, oltre all’italiana Alessandria, ci sono Chester (Regno unito), Funchal (Portogallo), Jurmala (Lettonia), Lugo (Spagna), Rotterdam (Olanda) e Skellefteå (Svezia).

Giunge così alla settima edizione il premio promosso, a partire dal 2010, dalla Commissione europea, insieme all’European Disability Forum, per riconoscere e premiare le città che si sforzano per rendere per rendere più semplice per le persone con disabilità e anziane l’accesso agli spazi, ai trasporti e agli edifici pubblici. Il premio fa parte del più ampio impegno europeo nel creare un’Europa libera da barriere. Il vincitore sarà annunciato il 29 novembre prossimo, durante la conferenza di presentazione della Giornata delle persone con disabilità.

Lo scorso anno, fu Milano ad aggiudicarsi il primo premio, seguita da Wiesbaden (Germania) e Toulouse (Francia).