Fonte www.disabili.com – Con quali forme i caregiver che si occupano di un familiare con disabilità possono uscire dal mondo del lavoro, accedere al prepensionamento e ricevere la pensione?
L’argomento pensioni è tra i temi più spinosi del nostro Paese: mentre si sta licenziando la manovra, e ciclicamente si ri-discute di età pensionabile, requisiti di prepensionamento, lavori usuranti e quant’altro, i cittadini cercano di capire quando riusciranno finalmente a godere della pensione.
A questo proposito, una domanda che spesso ci pongono i lettori è se ci sia la possibilità, visto il carico di lavoro e la assenza di ulteriori tutele, di prepensionamento per il caregiver di una persona con disabilità.
Chiariamo subito che non esiste una specifica norma che preveda il prepensionamento del caregiver, tuttavia, in presenza di determinati requisiti, si può accedere alla pensione anticipata secondo quanto previsto da due misure: l’APE social e la quota 41 per i lavoratori precoci.
In attesa di comprendere se queste misure verranno prorogate e/o modificate dalla riforma delle pensioni o da altri interventi normativi, qui sintetizziamo quanto è previsto al momento in cui pubblichiamo il presente articolo.
COS’È L’APE SOCIAL
L’Anticipo pensionistico previsto dall’acronimo APE Social è una misura sperimentale introdotta dalla legge di bilancio nel 2017 e confermata (finora) fino alla fine del 2021. Qualora in possesso dei requisiti richiesti, l’APE social consiste in una indennità che viene corrisposta al soggetto che ne faccia domanda, per portarlo fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, o della pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.
L’anticipo pensionistico dell’APE Social si rivolge a lavoratori che abbiano svolto lavori particolarmente usuranti, oppure in condizioni particolarmente difficili, e in possesso di determinati requisiti, primo tra tutti, quello di aver compiuto almeno 63 anni di età e non essere già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero.
REQUISITI CAREGIVER PER APE SOCIAL
Tra le varie categorie, possono fare domanda di anticipo pensionistico con APE social anche i caregiver di persone con grave disabilità, che abbiano questi requisiti:
– avere almeno 63 anni
– avere un’anzianità contributiva di almeno 30 anni
– essere caregiver da almeno 6 mesi (dal momento della richiesta)
I requisiti della persona che il caregiver assiste sono: essere il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 104, oppure un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Ricordiamo che lo stesso lavoratore con disabilità può accedere all’anticipo pensionistico previsto dall’APE social se in possesso di questi requisiti: avere una riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%, accertata dalle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, ed essere in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni.
Qui come richiedere APE Social
COS’È QUOTA 41 PRECOCI
La misura denominata Quota 41 precoci è stata istituita nel 2017 per consentire l’uscita anticipata del lavoro a coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni, e che rientrino in uno dei 5 profili individuati, ovvero: invalido, disoccupato, caregiver, con lavoro gravoso e lavoro usurante.
REQUISITI QUOTA 41 PRECOCI
I primi requisiti per poter accedere a questa uscita anticipata dal lavoro sono:
– 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica
– aver iniziato a lavorare prima dei 19 anni
– aver lavorato per almeno 12 mesi in modo effettivo anche non continuativi
– in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 (cioè devono trovarsi in quello che viene chiamato sistema misto).
Fermi restando questi requisiti di partenza, come detto, vengono individuate 5 categorie di appartenenza. Rispetto alla categoria dei caregiver, il requisito è di assistere da almeno 6 mesi dal momento della domanda il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104 oppure un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Riferimenti normativi:
APE Social
legge 232/2016 (legge di bilancio 2017) e DPCM 88/2017
Quota 41 precoci
legge 232/2016 e DPCM 87 del 23 maggio 2017
Anffas Nazionale, con il supporto del Consorzio La Rosa Blu, in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre, organizza nella mattinata di mercoledì 1 dicembre p.v., dalle ore 9.30 alle 13.30, in modalità online, su piattaforma Zoom, il Convegno annuale “PROGETTARE QUALITÀ DI VITA: L’EVOLUZIONE DELLA L. 112/2016. L’esperienza del progetto Anffas “Liberi di scegliere… dove e con chi vivere”.
L’evento sarà l’occasione per approfondire il Progetto di Vita – tema sul quale la rete Anffas è sempre più impegnata e al quale è stato dedicato il numero della rivista La Rosa blu di luglio 2021 – nonché della sua relazione con i diritti umani, sociali e civili, la Qualità di Vita e il sistema Matrici Ecologiche e dei Sostegni.
Sarà inoltre l’occasione per presentare i risultati del progetto, promosso a livello nazionale da Anffas, “Liberi di scegliere… dove e con chi vivere”.
L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook di Anffas Nazionale (@AnffasOnlus.naz).
Seguiranno a stretto giro i dettagli sul programma e sulle modalità di partecipazione.
Fonte www.disabili.com – E’ possibile registrare o revocare la delega online attraverso credenziali SPID, CIE o CNS, senza limiti di numero per tutori, curatori e amministratori di sostegno. Nuova circolare INPS
Come ormai saprete dal 1 ottobre il PIN INPS è stato definitivamente mandato in pensione, a favore dello SPID, ovvero il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Considerando che per le persone anziane, con disabilità, o comunque con poca dimestichezza con pc e strumenti tecnologici tale innovazione può essere complessa, l’INPS ha previsto la possibilità, per questi cittadini, di delegare una persona di loro fiducia per l’accesso ai servizi online e per richieste presso gli sportelli INPS. A tale proposito, l’Istituto ha pubblicato la circolare n. 127 del 12 agosto 2021 con le istruzioni.
Il 1 ottobre l’INPS ha poi pubblicato un nuovo messaggio (il n.3305) nel quale viene specificato che dal 1 ottobre appunto anche coloro che sono già in possesso di un’identità digitale SPID, CIE (Carta di Identità Elettronica) e/o CNS (Carta Nazionale dei Servizi), ma hanno difficoltà a utilizzare i servizi web, possono registrare direttamente online una delega a persona di fiducia, oppure revocare una delega già registrata. Segnaliamo che tale procedura online richiede, appunto, che a nominare un delegato sia il delegante.
I PASSAGGI PER FARE LA DELEGA
Se una persona (il delegante) già in possesso di SPID vuole delegare un’altra persona di sua fiducia a gestirne i servizi nel portale INPS, deve seguire questi passaggi:
1. Accedere mediante SPID, CIE o CNS al servizio online disponibile nell’area riservata “MyInps”,
2. Selezionare l’area “Deleghe identità digitali”
3. Inserire i dati identificativi e il codice fiscale del soggetto che si vuole designare come proprio delegato e l’eventuale scadenza desiderata della delega.
A quel punto la delega risulta immediatamente attiva, e viene contestualmente notificata in modo automatico alla persona delegata (se sono stati inseriti i suoi contatti telematici certificati).
REVOCARE UNA DELEGA
Il delegante dotato di SPID può, oltre ad attivare una delega, anche revocarne una già attiva o comunque verificarne lo stato. L’operazione è eseguibile dal medesimo pannello indicato sopra.
DURATA E NUMERO MASSIMO DELLE DELEGHE
La delega online dura minimo 30 giorni prima di poter essere revocata online: prima di quel’arco di tempo, se lo si desidera, può essere revocata esclusivamente presso uno sportello INPS. Tale misura è prevista per prevenire eventuali abusi della forma di delega online.
Una singola persona può ricevere al massimo 3 deleghe (sia ricevute online che tramite modalità prevista dalla alla circolare n. 127/2021. Il limite non si applica alle deleghe richieste in qualità di tutore, curatore e amministratore di sostegno.
CURATORI, TUTORI E AMMINISTRATORI DI SOSTEGNO
I tutori, i curatori, gli amministratori di sostegno e gli esercenti la potestà genitoriale possono inviare la documentazione anche attraverso una PEC alla Struttura territorialmente competente. La richiesta sarà ricevibile solo se il modulo di richiesta e tutti i documenti allegati siano sottoscritti con firma digitale.
Fonte www.disabili.com – La legge di conversione del Decreto Green Pass prevede che fino a fine anno i lavoratori fragili possano accedere allo smart working o, quando non sia possibile, ottenere che il periodo di assenza dal lavoro venga equiparato al ricovero ospedaliero. Vediamo quando e come
Segnaliamo una notizia importante riguardante le due misure che erano state introdotte durante la pandemia da Coronavirusmper offrire maggiori tutele ai lavoratori fragili, tra i quali anche lavoratori con certificazione di handicap grave (legge n. 104 del 1992 articolo 3 comma 3), ovvero l’equiparazione al ricovero ospedaliero del periodo di assenza dal servizio e la possibilità di svolgimento del lavoro in modalità agile.
Le tutele, previste dell’ articolo 26 del Cura Italia (poi convertito dalla Legge 24 aprile 2020, n.27), dopo essere state introdotte a marzo dello scorso anno, erano state prorogata di volta in volta e, recentemente, solo in parte.
Ora il testo della Legge di conversione del DL 122/2021 (il cd. ‘Decreto Green pass’), ovvero la L. 133/2021 pubblicata in GU il 1° ottobre 2021 n. 235 interviene con l’ Art. 2 – ter – Disposizioni di proroga in materia di lavoratori fragili:
1. All’articolo 1 della legge 30 dicembre 2020, n. 178, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 481, le parole: «30 giugno 2021» sono sostituite dalle seguenti: «31 dicembre 2021»;
Viene quindiproroga fino al 31 dicembre 2021 (termine dello stato di emergenza) anche l’equiparazione a ricovero ospedaliero del periodo di assenza dal lavoro prescritto dal medico del lavoratore, pubblico o privato, che abbia:
a) riconoscimento di Legge 104, articolo 3 comma 3 oppure
b) di certificazione attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita.
Ricapitolando, quindi:
fino al 31 dicembre 2021 i lavoratori fragili possono accedere a due misure:
1. l’accesso al lavoro agile (anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto.
2. Accesso alla Assenza equiparata al ricovero(laddove non sia possibile lo svolgimento del lavoro in modalità agile), che deve essere prescritto dal medico curante.
In questo caso, il periodo di assenza ricade nella tutela della malattia, con il riconoscimento della prestazione economica (indennità di malattia) e della contribuzione figurativa, senza che tale periodo sia computato nel periodo di comporto.
Anffas Nazionale è lieta di informare che nella giornata di ieri, martedì 7 settembre u.s., è stata formalizzata l’istituzione di un tavolo di confronto sulla disabilità tra INPS e Anffas, ANMIC, ENS e UICI alla presenza del presidente dell’Istituto Pasquale Tridico, del Direttore Generale Gabriella di Michele e dei vertici delle suddette associazioni di categoria, quali associazioni di rappresentanza in seno alle commissioni per l’accertamento dell’invalidità civile.
È possibile consultare il comunicato stampa diffuso dall’INPS cliccando qui.
I lavori di questo tavolo di confronto saranno regolati da un apposito protocollo, disponibile cliccando qui.
“Il tavolo – si legge, appunto, all’interno del Comunicato – istituzionalizza l’impegno per aumentare ulteriormente il coordinamento con le associazioni rappresentative, oltre ad accogliere concretamente la raccomandazione della Commissione europea, che raccomanda alle istituzioni dell’UE di includere le questioni relative alla disabilità nelle loro politiche e azioni e di promuove il coinvolgimento e la consultazione delle persone con disabilità attraverso le loro organizzazioni rappresentative. Già nei mesi scorsi si sono svolte riunioni di allineamento e condivisione di confronto costruttivo sui temi.“
L’auspicio è, pertanto, che attraverso la rinnovata disponibilità alla collaborazione con le 4 associazioni di rappresentanza, espressa da Inps, si possa finalmente contribuire a semplificare le procedure di accertamento e potenziare il ruolo dei nostri medici operanti in seno alle suddette commissioni.
Per quanto precede riteniamo fondamentale il coinvolgimento di tutta la Rete, a partire dai “medici rappresentanti Anffas”, al fine di raccogliere segnalazioni, proposte e suggerimenti da poter portare all’attenzione del tavolo neo costituito.
“Il Progetto Individuale di Vita delle persone con disabilità. I principali pronunciamenti giurisprudenziali”: è questo il tema, di fondamentale importanza per tutte le persone con disabilità e le loro famiglie, sul quale si è deciso di concentrare il numero della rivista Anffas “La rosa blu” di luglio 2021. Attraverso tale edizione, Anffassi prefigge di analizzare quanto finora è stato fatto, anche alla luce dei più importanti pronunciamenti giurisprudenziali, per garantire a tutte le persone con disabilità il diritto ad avere un proprio progetto individuale di Vita che ne tenga in considerazione i desideri, le aspettative e preferenze identificando tutti i necessari sostegni per assicurare loro la migliore Qualità di Vita possibile.
Un numero ricco di spunti, riflessioni ed osservazioni con cui fare piena chiarezza sul tema a partire dalla storia del Progetto Individuale di Vita e di come l’originaria norma si sia pian piano arricchita di significati, di valori, di elementi e, negli ultimi anni, anche dei paradigmi rappresentati dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), nonché di come Anffas, a tutti i livelli, in questi oltre 20 anni si sia sempre battuta per rivendicare la piena applicazione della Legge n. 328/2000, a partire proprio dall’art. 14.
Presente all’interno dell’inserto della rivista anche un approfondimento dedicato al software Anffas “Matrici ecologiche e dei sostegni”.
Si segnala altresì la pubblicazione di:
Il link per leggere la rivista – completamente sfogliabile, scaricabile e stampabile – è disponibile cliccando qui e sono invece qui disponibili delle semplici spiegazioni che illustrano la modalità di lettura.
Il link al qr-code, invece, è disponibile cliccando qui: my.flipbookpdf.net/LFibY/qr
basta aprire la fotocamera del proprio cellulare, inquadrare il qr-code e poi cliccare sull’avviso che compare sul telefono che riporta direttamente alla pagina in cui visualizzare la rivista.
Buona lettura!
Fonte www.superando.it – Come possono i servizi sociali e sanitari creare sviluppo sociale ed economico, partendo dalla personalizzazione degli interventi sociali per la popolazione fragile? È stata questa una delle domande centrali della 28^ Conferenza Europea sui Servizi Sociali dell’European Social Network, durante la quale Marco Espa e Francesca Palmas dell’Associazione ABC hanno proposto la buona prassi sulla non autosufficienza realizzata da tempo in Sardegna, basata sul concetto che ciascuno, indipendentemente dalla situazione di gravità nella quale si trova, abbia il diritto di scegliere dove e con chi vivere.
«Guardando al futuro in tempi di Covid: come possono i servizi sociali e sanitari creare sviluppo sociale ed economico, partendo dalla personalizzazione degli interventi sociali per la popolazione fragile? E come possono i fornitori innovare i propri servizi e collaborare, ripensando alla gestione della community, per creare le condizioni giuste affinché tutti possano realizzare il proprio potenziale?»: sono state queste le due domande fondamentali sulle quali si è basata, nei giorni scorsi, la 28^ Conferenza Europea sui Servizi Sociali, promossa dall’European Social Network, rete comprendente oltre centocinquanta Autorità Pubbliche a livello locale, regionale e nazionale e organizzazioni responsabili dei servizi sociali, in rappresentanza di più di un milione di professionisti in tutta Europa e oltre.
In tale àmbito, Marco Espa e Francesca Palmas dell’ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi) hanno promosso un workshop, per presentare la buona prassi istituzionale sulla non autosufficienza realizzata ormai da anni in Sardegna, cui a suo tempo abbiamo dedicato un ampio approfondimento anche sulle nostre pagine.
Durante l’incontro, dunque, che ha suscitato notevole interesse, i due esponenti dell’ABC hanno innanzitutto spiegato le ragioni del perché, in questo settore, «convenga a tutti personalizzare e co-progettare» e farlo all’insegna del motto internazionale delle persone con disabilità (Nulla su di Noi senza di Noi), ovvero «co-producendo i servizi insieme alle stesse persone con disabilità».
A tal proposito, Espa e Palmas hanno sottolineato come il Covid «abbia reso del tutto evidente il fallimento del modello residenziale, spingendo la possibilità di ampliare l’offerta dei servizi domiciliari e supporti territoriali vicino al cittadino».
«Riteniamo – è stato il loro commento conclusivo – che l’esperienza territoriale da noi presentata vada appunto nella direzione del superamento di un modello che ha mostrato tutte le sue carenze, in piena sinergia con quanto espresso dai princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e che si possa attuare il tutto attivando per ogni persona il suo progetto individuale. Infatti, ciascuno, indipendentemente dalla situazione di gravità nella quale si trova, ha il diritto di scegliere dove e con chi vivere. In poche parole: Nulla su di Noi senza di Noi, si può fare!».