Fonte www.disabili.com – “La disabilità è sempre presente, così come i bisogni e le necessità. La disabilità non si prende una pausa, attendendo che i Municipi si decidano ad erogare il contributo. Le assistenze non aspettano i comodi degli altri per essere pagate. La continuità assistenziale non può essere interrotta”
Torniamo a scrivere di caregiver e di ciò che significa occuparsi h24 di un familiare con grave disabilità, dando spazio nuovamente alla voce di Stella Di Domenico, mamma di Uma, che già qui su Disabilicom ci raccontava chi sono i caregiver e perché serve una legge subito che li tuteli.
Oggi Stella ci scrive per denunciare quello che sta succedendo a lei e ad altre famiglie di persone con gravissime disabilità, che dovendo abbandonare il lavoro per accudire un congiunto non autosufficiente, si vedono costrette a dipendere da contributi che sono assolutamente essenziali. E quando questi tardano ad arriare?
Di seguito, pubblichiamo integralmente la sua lettera.
Sono la mamma di una bambina con gravissima disabilità non autosufficiente e scrivo per denunciare una delle tante situazioni vergognose che siamo costretti a subire noi genitori caregiver.
A Roma viene erogato da qualche anno il contributo di cura, ovvero un contributo in denaro di un certo importo che garantisce ad esempio alla famiglia di incrementare le ore di assistenza, di pagare ausili che non vengono “concessi” alla persona con disabilità o anche semplicemente per sopravvivere.
Si sa che spesso, nella nostra situazione, uno dei genitori è costretto a lasciare il proprio lavoro per assistere ventiquattr’ore su ventiquattro il proprio figlio. Ciò significa che questa famiglia, magari con più figli, può fare affidamento su un solo stipendio, che se per una famiglia “normale” può costituire una difficoltà, per noi significa togliere terapie, ausili e dignità al figlio con disabilità e tanto altro ai fratelli.
Bene (anzi male, malissimo), siamo quasi a maggio e di quel contributo, per molte famiglie come la mia in continuità assistenziale, ancora non si vede l’ombra, nonostante il Dipartimento Politiche Sociali del Comune di Roma confermi che i soldi sono stati erogati ai Municipi della Capitale già da diverso tempo.
Questa situazione si sempre è verificata di anno in anno. Ovviamente questi mesi li ho passati a telefonare, inviare e-mail e quant’altro e ad essere costantemente rassicurata (o meglio presa in giro). Una delle risposte esemplari che fanno comprendere quanto della nostra situazione certe Istituzioni non conoscano nulla è «tanto arriveranno tutti insieme e recupererà quello che ha anticipato». Beh, se avessimo quei soldi da “anticipare”, non staremmo certo qui a discuterne!
La disabilità è sempre presente, così come i bisogni e le necessità.
La disabilità non si prende una pausa, attendendo che i Municipi si decidano ad erogare il contributo.
Le assistenze non aspettano i comodi degli altri per essere pagate.
La continuità assistenziale non può essere interrotta e soprattutto non si può caricare il caregiver di ulteriori stress e problemi.
Per assurdo, oggi che nella Regione Lazio viene riconosciuta la figura del caregiver, viene richiesto allo stesso di compilare un questionario sullo stress… stress non certo dovuto alla condizione del proprio familiare, ma esclusivamente da imputare all’inefficienza e all’incapacità di comprendere ciò per cui si sta lavorando da parte di certe Istituzioni.
Spero dunque che questa mia denuncia serva a sbloccarle una situazione veramente paradossale, come quella di una “discontinua continuità assistenziale”.
Stella Di Domenico, Presidente Uniphelan APS, mamma/ Caregiver di Uma Gambardella (VII Municipio Roma).
Anffas Nazionale organizza lunedì 23 maggio p.v., dalle ore 09.30 alle 13.00, l’evento “Progettare Qualità di Vita: Una lettura ragionata delle linee guida realizzate da Anffas per la predisposizione dei Progetti di Vita individuali” che si svolgerà in modalità live-streaming su piattaforma Zoom.
L’evento si configura quale primo momento di confronto per far comprendere come, attraverso l’approfondita conoscenza dei contenuti delle Linee Guida (pubblicate a dicembre 2021 e disponibili sul sito cliccando qui) ed il corretto utilizzo del software Matrici ecologiche e dei sostegni 3.0, si possa, non solo arrivare a costruire Progetti di Vita individuali, redatti nel rispetto di tutti i necessari elementi, ma anche costituire una solida base per garantire l’esigibilità dei diritti e migliorare la Qualità di Vita delle persone con disabilità, dei loro familiari e per rendere più inclusivi i contesti di riferimento.
Per partecipare sarà sufficiente collegarsi alla piattaforma Zoom al seguente link (non è richiesta pre-registrazione): https://us02web.zoom.us/j/2800301958 – Passcode: anffas2022 oppure seguire la diretta streaming sulla pagina Facebook @AnffasOnlus.naz.
Fonte www.anffas.net – Anffas, quale associazione nazionale maggiormente rappresentative delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, all’interno delle quali rientrano anche le persone nello spettro autistico, in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, che si celebra in tutto il mondo il 2 aprile per volontà delle Nazioni Unite, ribadisce con forza la necessità, non più procrastinabile, di realizzare una rete integrata di servizi realmente in grado di garantire una presa in carico tempestiva, globale e continuativa sia della persona che dei suoi familiari.
In tale contesto particolare rilievo, unitamente agli aspetti legati alla salute, al sociale, al lavoro e al tempo libero, assume il percorso educativo. Tema questo a cui l’Onu ha voluto quest’anno dedicare un focus specifico, appunto, indicando come tema della giornata proprio quello dell’“Educazione inclusiva”, ciò in attuazione del 4° Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030 per “fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”.
“Come Anffas condividiamo il tema scelto dall’Onu”, dichiara il Presidente nazionale Anffas, Roberto Speziale, “ciò in quanto l’educazione inclusiva, se realizzata garantendo i giusti sostegni sia di natura didattica che educativa e sociale, a partire dalla tenerissima età contribuisce, senza alcun dubbio, a cambiare le traiettorie di vita delle persone nello spettro autistico. Infatti, unitamente all’aumento delle loro conoscenze e competenze, si riescono a migliorare gli aspetti comportamentali e relazionali che sono alla base di ogni futuro miglioramento anche negli altri e diversi contesti.”
Per fare questo occorre avere sia un corretto approccio culturale, appunto pienamente inclusivo, che disporre di elevate competenze e adeguate professionalità da parte di tutti i soggetti che, a vario titolo, interagiscono con le persone nello spettro autistico nel contesto scolastico, agendo sinergicamente ed in regime di corresponsabilità con gli operatori dei servizi abilitativi e riabilitativi, la famiglia e il territorio di riferimento. Il tutto opportunamente definito all’interno di un adeguato PEI (Piano educativo individualizzato), coerente con il più ampio e complessivo Progetto di vita individuale (art. 14 della legge n. 328/2200).
Sistema questo bel lungi dall’essere ancor oggi concretamente realizzato ma che Anffas auspica, anche grazie alle previsioni della nuova Legge quadro sulla disabilità e ai provvedimenti in corso per completare la riforma della “Buona scuola”, possa rappresentare il comune obiettivo verso cui tutti poter convergere anche all’esito delle celebrazioni del 2 aprile.
“Se così fosse – conclude il Presidente Speziale – si darebbe senso a quanto auspicato dall’Onu e si darebbe significato a questa giornata non illudendo le persone nello spettro autistico e le loro famiglie che colorando per qualche minuto o per qualche ora qualche monumento o qualche facciata di palazzo di blu questo poi corrisponda a un reale cambiamento dell’assai complicata vita materiale delle persone con disabilità e dei loro familiari”.
Fonte www.anffas.net – “Passare da un’eugenetica della disabilità ad un’eugenetica della discriminazione”, èquesto il forte messaggio emerso in occasione dell’evento di lancio del nuovo progetto di Anffas Nazionale “AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive”* che si è svolto in modalità online, giovedì 17 marzo, dalle ore 9:30 alle ore 13:00.
Il progetto, che si pone come obiettivo quello di imparare a riconoscere e contrastare ogni forma di discriminazione diretta ed indiretta basata sulla disabilità, con un focus specifico sulle disabilità intellettive e del neurosviluppo, troverà concreta attuazione attraverso la costituzione di un’Agenzia Nazionale preposta al coordinamento di una rete territoriale – c.d. “antenne antidiscriminazione” – per dare supporto alle persone con disabilità e ai loro familiari.
Come ricordato dalla dott.ssa Emanuela Bertini, Direttore Generale di Anffas Nazionale, nel suo intervento introduttivo rispetto alle finalità ed ai contenuti dell’iniziativa, il progetto “AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive” prende avvio in momento determinante: è, infatti, recente il riconoscimento di Anffas Nazionale e di altre 38 realtà associative Anffas – su un totale di 70 enti – quali associazioni legittimate ad agire ex L. 67/06 per contrastare qualsiasi forma di discriminazione nei confronti delle persone con disabilità e dei loro familiari.
Da tutti apprezzato l’intervento delProf. Carlo Mario Mozzanica, già docente universitario di politica sociale e organizzazione dei servizi sociosanitari e metodologia del lavoro socio-educativo ed esperto di problematiche socio-sanitari che ha illustrato un vero e proprio decalogo utile a contrastare ogni forma di discriminazione.
Parole emozionanti che hanno fatto riflettere su quanta strada vi è ancora da fare per pervenire ad una corretta percezione della condizione di disabilità restituendo allo stesso tempo uno scenario socio-culturale post-moderno che è alla base del permanere del fenomeno discriminatorio.
Forte è stata infine l’affermazione del Prof. Mozzanica sulla necessità di un ribaltamento del contesto in favore di una visione della disabilità che, con spirito di fraternità, consenta a tutti, nessuno escluso, di partecipare alla vita sociale.
Interessante, alla luce delle precedenti considerazioni, anche l’esposizione sui fenomeni discriminatori dal punto di vista sociologico di Marco Faini, consulente di Anffas Nazionale e componente del Comitato Tecnico Scientifico di Anffas. Secondo alcuni dati di una recente indagine ISTAT (2019), evidente appare come i diritti delle persone con disabilità siano ancora poco conosciuti.
“Obiettivo del progetto – dichiara Marco Faini – sarà pertanto quello di agire insieme alle realtà che si occupano di antidiscriminazione, in un’azione complessa ed articolata anche per la genesi che colloca la persona con disabilità all’interno di un “modello medico” che non discrimina ma giustifica il trattamento differente. Perché la disabilità è discriminazione…”
Concorde su quest’ultima affermazione e sulla necessità di lavorare con rinnovato impegno per contrastare ogni forma di stigma, pregiudizio e discriminazione basata sulla disabilità anche Vincenzo Falabella, presidente di FISH – Federazione italiana per il superamento dell’handicap, che ha ricordato l’impegno della Federazione, a cui Anffas aderisce, sul fronte dell’emergenza in Ucraina all’interno del gruppo di coordinamento del Consiglio Nazionale del Terzo Settore.
In tale ottica, risulta fondamentale per il movimento delle persone con disabilità la contaminazione positiva di iniziative come “AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive” che permettono di innalzare l’attenzione e, di riflesso, di favorire la collaborazione con le Istituzioni preposte per garantire la migliore Qualità della Vita a tutte le persone con disabilità e ai loro familiari.
Con un breve approfondimento sulla Legge n. 67/06, si è poi apertala presentazione degli Avv.ti Alessia Maria Gatto e Gianfranco de Robertis, consulenti legali di Anffas Nazionale che, partendo da uninquadramento giuridico del concetto di discriminazione basata sulla disabilità, hanno evidenziato come, nonostante le raccomandazioni del Comitato Onu, ancora è assente nella normativa italiana una chiara definizione– in linea con la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità – di accomodamento ragionevole così come necessaria si rende una norma giuridica che stabilisca esplicitamente come il rifiuto dello stesso costituisca una discriminazione.
Concetto quello dell’accomodamento ragionevole che è stato, in ultima battuta, approfondito nell’intervento a cura delle dott.sse Rachele Cera e Valentina della Fina dell’Istituto di Studi Giuridici Internazionali (ISGI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Le ricercatrici hanno colto l’occasione per fornire una prima analisi dal punto di vista normativo sulla discriminazione sia a livello italiano che europeo ed internazionale. Tra le finalità del progetto, infatti, è previsto uno specifico studio sul tema con un focus particolare sull’istituto dell’accomodamento ragionevole.
A conclusione dei lavori è intervenuto il Ministro per le Disabilità, Sen. Erika Stefani, la quale ringraziando Anffas per il costante impegno e confronto con le Istituzioni sui principali temi afferenti la disabilità, ha espresso pieno appoggio al progetto sottolineando al contempo la convinta volontà di rafforzare il rapporto con il Terzo settore e di portare a compimento la Legge delega sulla Disabilità attraverso la predisposizione dei previsti decreti attuativi.
Particolarmente rilevanti gli interventi di Giampiero Griffo, Coordinatore del Comitato Tecnico-Scientifico Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e della dott.ssa Gilda Losito, Responsabile Unità Privazione della libertà nell’ambito delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali c/o Ufficio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Entrambihanno plaudito l’iniziativa di Anffas, garantendo il loro supporto, nel reciproco ruolo, alle attività progettuali anche in riferimento al fatto che il progetto Anffas assume particolare rilievo per dare concreta attuazione a quanto previsto dalla Convenzione Onu in tema di discriminazione.
“L’attenzione posta oggi al nostro evento dalle autorità presenti rappresenta quel principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale tra Istituzioni e Terzo settore nella nuova accezione che ne dà la Riforma necessaria affinché tutte le persone con disabilità possano avere le migliori condizioni di qualità di vita possibile e una vita di qualità”, dichiara in chiusura il Presidente nazionale Anffas, Roberto Speziale. “Si rende oggi necessario che ognuno riconosca la disabilità quale condizione dell’essere umano. Piuttosto che eugenetica della disabilità, dovremmo pensare ad un’eugenetica della discriminazione basata sulla disabilità”.
“Come Anffas – conclude il Presidente – il nostro appello è quindi quello, per quanto possibile, di fare presto e fare bene per incidere significatamene e cambiare il destino delle persone con disabilità e dei loro familiari.”
Per aderire al progetto è sufficiente compilare l’apposito modello entro la data del 20 marzo 2022 cliccando qui.
Tutti gli atti presentati durante l’evento sono disponibili cliccando qui.
La registrazione dell’evento è invece disponibile al seguente link: https://youtu.be/U3b_nKFC1VE.
*Il progetto è realizzato con il finanziamento concesso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’annualità 2020 a valere sul Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di cui all’art. 72 del decreto legislativo n. 117/2017.
Fonte www.disabili.com – Come si richiede la Disability Card? Come fare domanda se non si ha lo SPID? Chi può richiederla per i minori? E in caso di tutori? Le istruzioni dall’INPS
Abbiamo segnalato che da martedì è possibile, per i cittadini disabili italiani, richiedere la Disability Card o Carta europea della disabilità (CED): uno strumento che consentirà di dimostrare semplicemente con una tessera la disabilità certificata in quei contesti, nazionali e dell’Unione Europea aderenti, nei quali sono previste agevolazioni o gratuità per le persone con disabilità.
La Disability Card deve essere richiesta attraverso la procedura predisposta sul portale INPS: sarà poi l’Istituito ad incrociare i dati dei richiedenti con quelli presenti nei propri database per verificare la sussistenza dei requisiti. Se la verifica avrà dato esito positivo, il cittadino verrà avvisato e riceverà la tessera a casa, direttamente dal Poligrafico della Zecca dello Stato.
Le agevolazioni
A cosa serve la Disability Card? Nelle sue intenzioni, a semplificare la vita deicittadini con disabilità in Italia e nei paesi dell’EU nell’accesso a benefici previsti. Attualmente la Carta europea della disabilità dà accesso gratuitamente o a tariffe agevolate ai Musei statali su tutto il territorio nazionale e ai Luoghi di cultura e non solo nei paesi UE aderenti al progetto (si invita a consultare i siti istituzionali nazionali). A questa pagina trovate le convenzioni attualmente attive.
Chi può richiederla
Hanno diritto di richiedere la Disability Card persone con disabilità che abbiano una certa percentuale di invalidità, oppure la legge 104, o siano invalidi di guerra.
Nello specifico, possono presentare domanda le seguenti categorie di cittadini:
– invalidi civili maggiorenni con invalidità certificata superiore al 67%;
– invalidi civili minorenni;
– cittadini con indennità di accompagnamento;
– cittadini con certificazione ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 104;
– ciechi civili;
– sordi civili;
– invalidi e inabili ai sensi della legge 12 giugno 1984, n. 222;
– invalidi sul lavoro con invalidità certificata maggiore del 35%;
– invalidi sul lavoro con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa o con menomazioni dell’integrità psicofisica;
– inabili alle mansioni ai sensi della legge 11 aprile 1955, n. 379, del D.P.R. 29 dicembre 1973, n. 1092, e del D.P.R. 27 luglio 2011, n. 171, e inabili ai sensi dell’articolo 13 della legge 8 agosto 1991 n. 274, e dell’articolo 2 della legge 8 agosto 1995, n. 335;
– cittadini titolari di trattamenti di privilegio ordinari e di guerra.
Come richiederla
Di seguito vediamo la procedura per il rilascio della Disability Card, sulla base del Messaggio INPS n° 853 del 22-02-2022 “Richiesta della Carta europea della disabilità in Italia” (CED)
SPID e non solo
La richiesta può essere fatta direttamente da casa da parte del cittadino, tramite il sito internet dell’INPS , dove basta seguire la procedura indicata. E’ necessario loggarsi su www.inps.it tramite:
– SPID di livello 2, oppure
– Carta di identità elettronica 3.0 (CIE), oppure
– Carta Nazionale dei servizi (CNS).
Dati richiesti al cittadino
Una volta che il cittadino abbia fatto il suo accesso al portale, alla pagina dedicata la procedura visualizza automaticamente i dati anagrafici già presenti negli archivi dell’INPS, oltre all’indirizzo di residenza del richiedente, il quale verrà utilizzato per recapitare a casa la teddera in caso di esito positivo della verifica successiva.
Il richiedente la Disability Card dovrà fornire:
– una propria fotografia a colori in formato tessera (formato europeo), che sarà successivamente stampata sulla Carta;
– l’indirizzo per il recapito della Carta, se diverso da quello di residenza già noto all’INPS.
Autocertificazioni
Il cittadino con disabilità dovrà inoltre dichiarare sotto la propria responsabilità, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, di essere in possesso di verbali cartacei antecedenti al 2010 o di verbali rilasciati dalla Regione Valle d’Aosta e dalle Province autonome di Trento e Bolzano attestanti lo stato di invalidità, ovvero di essere stato riconosciuto invalido da sentenze o decreti di omologa a seguito di contenzioso giudiziario.
A tale proposito, l’INPS segnala che a breve verranno rilasciate ulteriori implementazioni per consentire di allegare i verbali cartacei, di cui sarà data specifica informazione in una circolare di prossima pubblicazione.
Minori con disabilità
Nel caso di minori con disabilità, appartenenti alle categorie di cui all’allegato 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre 2013, n. 159, la domanda deve essere presentata da:
– chi ne esercita la responsabilità genitoriale,
– chi ne esercita la funzione di tutore
– dall’amministratore di sostegno
In questi casi va utilizzata la delega dell’identità digitale in uso oppure le credenziali di identità digitale del minore. Nel caso di minori in affidamento familiare, appartenenti alle categorie di cui all’allegato 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 159/2013, la richiesta può essere presentata dagli affidatari per il periodo di permanenza dei minori in famiglia.
Domanda tramite associazioni
Il cittadino, magari con difficoltà nell’uso degli strumenti informatici, può fare richiesta della Carta anche attraverso associazioni rappresentative delle persone con disabilità abilitate dall’INPS all’uso del canale telematico (ANMIC, ENS, UIC, ANFFAS).
L’accesso al servizio anche in questo caso deve essere effettuato mediante identità digitale (SPID, CIE, CNS) dall’operatore dell’associazione, preventivamente abilitato ad accedere agli archivi dell’Istituto, e prevede obbligatoriamente la dichiarazione di possedere la delega specifica firmata dal cittadino.
Attenzione: in questo caso però gli operatori delle associazioni non avranno accesso alla funzione di inserimento di un indirizzo di recapito della Carta diverso da quello di residenza del richiedente (estratto dagli archivi dell’Istituto).
Verifica dei requisiti
Una volta che il cittadino abbia inserito le info richieste, sarà l’INPS a verificare la sussistenza dei requisiti, andando ad incrociare i dati del cittadino già in suo possesso.
Nel caso di disabilità autocertificata, corrispondente a una delle casistiche sopra indicate, l’INPS si riserva di accertarne l’effettiva validità nei limiti e secondo le regole consentite dalla norma.
Consegna della card
Se la verifica avrà dato esito positivo, l’INPS affida la produzione della Carta all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato che, provvede alla consegna della Disability Card all’indirizzo indicato dal cittadino nella domanda.
Fonte www.anffas.net – “64 anni e non sentirli”, è questo lo slogan con cui Anffas ha deciso di celebrare il 64esimo anniversario dalla sua fondazione che cadrà il prossimo 28 marzo.
Si tratta di un importante traguardo che testimonia 64 lunghi anni di lavoro, impegno e battaglie sempre al fianco delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo e delle loro famiglie. Anffas, infatti, non si è mai arresa o fermata, neanche durante l’emergenza Covid-19, ed ha continuato, a tutti i livelli, a denunciare e combattere ogni forma di pregiudizio, stigma, stereotipo, discriminazione, violenza e negazione di diritti.
Impegno che non mancherà all’appuntamento con la XV edizione della Giornata Nazionale delle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo, promossa ed organizzata ogni 28 marzo da Anffas e dedicata all’informazione e alla sensibilizzazione sui temi della disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo per promuovere un messaggio volto ad affermare i principi e diritti civili e umani e sociale sanciti dalla Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Convenzione che, sulla scorta del tema scelto per l’Agenda associativa 2022, verrà approfondita nel corso di uno specifico evento online dai giovani, con e senza disabilità, della Consulta Giovani di Anffas nonché partecipanti del progetto “Anffas Giovani nel Terzo settore”, promosso a livello nazionale. Saranno proprio le nuove generazioni che, attraverso la propria forza creativa e il senso di adattamento al cambiamento, promuoveranno la mission associativa e sapranno dare vita a quelle innovazioni necessarie per proseguire quanto finora è stato fatto, non solo per Anffas, ma per tutto il Terzo Settore e, quindi, a beneficio dell’intera collettività.
La giornata del 28 marzo rappresenterà quindi l’occasione per sottolineare la necessità di formare ed accompagnare le nuove generazioni in quel percorso di crescita e di consapevolezza comune sui principi di inclusione sociale e pari opportunità. Temi questi a fondamento di una società più inclusiva, sostenibile ed equa all’interno della quale sia sempre garantita la migliore Qualità di Vita a tutte le persone con disabilità e le loro famiglie.
L’evento, dal titolo “Convenzione Onu e disabilità: il punto di vista dei giovani in Anffas”, si terrà nella mattinata di lunedì 28 marzo dalle ore 10 alle ore 13, su piattaforma Zoom e sarà altresì trasmesso in diretta Facebook. Nel corso dello stesso si susseguiranno gli interventi e le testimonianze di alcuni gruppi locali partecipanti al progetto “Anffas Giovani nel Terzo settore” che presenteranno la Convenzione Onu, contestualizzandone i diversi articoli ed accompagnandoli con proposte proprie ed eventuali nuovi spunti di riflessione. Il tutto a dimostrazione di come urge ancora, sebbene numerosi sono stati in questi anni i traguardi raggiunti, una presa di consapevolezza sulla condizione di disabilità e sulla concezione che la stessa società ne ha, a partire dalle nuove generazioni.
Con rinnovato entusiasmo e determinazione, Anffas Tutta, quindi, celebra il suo 64esimo compleanno e la XV Giornata Nazionale Anffas delle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo invitando tutti i cittadini a partecipare a questa grande festa, a conoscere l’Associazione e le tante attività e iniziative che ogni giorno vengono realizzate per promuovere dignità, diritti e Qualità di Vita.
Tutte le informazioni sull’evento e sulle iniziative locali saranno a breve disponibili qui.
Oltre 76 milioni la cifra complessiva per i progetti del Dopo di Noi delle persone disabili prive del sostegno familiare
In Gazzetta Ufficiale n. 21 del 27 gennaio 2022 è stato pubblicato il decreto del ministero del Lavoro e delle politiche Sociali 7 dicembre 2021 col quale vengono assegnate per ciascuna regione le risorse previste dal Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, ovvero il Fondo per il Dopo di Noi, che è stato istituito dalla legge 22 giugno 2016, n. 112 (art. 3, comma 1).
Per l’anno 2021 le risorse complessive del Fondo per il Dopo di Noi sono di 76.100.000 euro, di cui 20 milioni (conferiti dalla legge 30 dicembre 2020, n. 178), sono attribuiti alle regioni per gli interventi e i servizi di cui all’art. 3 del decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro della salute ed il Ministro dell’economia e delle finanze 23 novembre 2016: la somma per ciascuna regione viene calcolata sulla base della quota di popolazione regionale nella fascia d’età 18-64 anni, secondo i dati Istat sulla popolazione residente. Di questi 20 milioni, 15 sono specificamente destinati alrafforzamento dell’assistenza alle persone con disabilità grave di cui all’art. 4, comma 3, lettere a), b) e c), del decreto 23 novembre 2016, ovvero persone con disabilità grave
a) mancanti di entrambi i genitori, del tutto prive di risorse economiche reddituali e patrimoniali, che non siano i trattamenti percepiti in ragione della condizione di disabilità;
b) i cui genitori, per ragioni connesse, in particolare, all’età ovvero alla propria situazione di disabilità, non sono più nella condizione di continuare a garantire loro nel futuro prossimo il sostegno genitoriale necessario ad una vita dignitosa;
c) inserite in strutture residenziali dalle caratteristiche molto lontane da quelle che riproducono le condizioni abitative e relazionali della casa familiare, come individuate all’art. 3, comma 4.
Questi 15 milioni, che vengono indicate nella colonna E della tabella 1 allegata al decreto, sono aggiuntivi a quelle già destinate nell’ambito della programmazione regionale.
Una volta che il Ministero abbia versato alle regioni la somma, queste procedono a trasferire le risorse ai singoli ambiti territoriali, in base alla progettazione regionale, entro 60 giorni.Nell’allegato B il decreto ricorda gli indirizzi di programmazione per il 2021 con gli elementi richiesti per la redazione dei piani.